Lotto 10

Alberto Martini‭ ‬|‭ ‬1876 – 1954

 

CUFFIETTA, 1926 CIRCA

pastelli su cartone, cm 78,5×78.

Firmato in basso a destra: Alberto Martini

Provenienza

Milano, Collezione Maria Petringa;

Oderzo, Collezione Arturo Benvenuti

(e da qui per discendenza ereditaria).

Esposizioni

Venezia, XVa Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, 1 aprile – 31 ottobre 1926 (etichetta al verso).

Bibliografia

AA. VV., XVa Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, catalogo della mostra, Premiate Officine Grafiche Carlo Ferrari, Venezia 1926, sala 38, n. 18, p. 135 (cit.).

 

Stima € 15.000 – 18.000

L’opera proviene dalla collezione di Arturo Benvenuti (Oderzo 1923 – 2020), poeta, pittore, fotografo, e intellettuale che per primo celebrò la figura di Alberto Martini, suo conterraneo. A lui si deve la nascita a Oderzo della Pinacoteca dedicata al grande artista, inaugurata nel 1970, che ancora oggi, a più di mezzo secolo di distanza, rappresenta il luogo principale per poter ammirare gran parte della sua opera.

L’ideazione della Pinacoteca civica prese il via dalla donazione, da parte di Maria Petringa (vedova di Martini) al Comune di Oderzo dell’Autoritratto del marito (eseguito nel 1911), in occasione della sua mostra antologica del settembre 1967. Tale manifestazione fu promossa e organizzata dallo stesso Benvenuti, che la concepì quale primo vero tributo post mortem all’artista, sublimato dall’intervento nel catalogo della mostra di Giuseppe Marchiori. Dopo questo primo lascito si aggiunsero di lì a poco altre ottanta opere (donate sempre dalla vedova), che resero possibile, nel 1970, la costituzione della Pinacoteca (che cambiò sede da quella iniziale di Cà Diedo a quella della Biblioteca civica nel 1974, fino a quella attuale, presso Palazzo Foscolo, dal 1995). Oggi la Pinacoteca conta ben 700 opere e un grande archivio, frutto di ulteriori e generosi lasciti in primis da parte della stessa Petringa, e poi dagli eredi Martini (Anderloni e Tischer).

L’opera presentata fu donata ad Arturo Benvenuti dagli eredi Martini, per volontà della vedova dell’artista, dopo la sua scomparsa. Essa la ritrae presumibilmente nel 1926, anno in cui l’opera fu esposta alla XV Biennale di Venezia, assieme ad altre due opere, “L’album di Daumier” (n. 17, illustrato a p. 106 del relativo catalogo) e “La bella Isotta” (n. 19). Le tre opere vennero esposte nella sala n. 38, che ospitava, assieme alla sala n. 39, opere di autori italiani (denominate per questo “Sale italiane” nel catalogo), tra cui Francesco Menzio e Matteo Olivero, quasi a testimonianza di un mondo sospeso tra i ricordi ottocenteschi e la nuova figurazione raffinata e sottile del secolo breve.