Come bruciare un van Gogh e un Renoir

Storia di un collezionista e di due opere di van Gogh e Renoir che (forse) vennero bruciate insieme a lui 

 

L’uomo ritratto è il dott. Paul Ferdinand Gachet, stimato medico psichiatra, grande amico e collezionista di molti pittori. Il suo ritratto, eseguito da Vincent Van Gogh nel 1890, ha una storia molto particolare: fu venduto nel 1879 ad un collezionista danese, nel 1911 passò di mano alla Fondazione tedesca Stadel di Francoforte  e nel 1937 venne confiscato dai nazisti e venduto da Goering al banchiere Franz Koenigs che a sua volta lo rivendette al collezionista Kramarsky, il quale lo portò nella sua casa di Manhattan dove vi rimase fino al 1984. Il ritratto però non aveva ancora trovato la sua casa definitiva e infatti alla morte del collezionista venne imprestato per un periodo al Metropolitan Museum per poi essere venduto all’asta per 82,5 milioni di dollari al giapponese Ryoei Saito. Il grande imprenditore nello stesso periodo acquistò anche il celebre Au mulin de la Galette di Renoir per 78,1 milioni dollari attirando su di sé l’attenzione dello stato giapponese che riconobbe con orgoglio il grande mecenatismo del cittadino. Purtroppo anche il fisco giapponese si accorse della sua grandezza e decise quindi di riconoscerlo come uno dei più grandi contribuenti, tassandolo di conseguenza. Saito, indignato, dichiarò quindi che si sarebbe fatto cremare con i suoi quadri, risparmiando agli eredi le tasse di successione. Nel 1996 l’imprenditore è morto e dei quadri si è persa traccia: potrebbero essere stati davvero bruciati o essere conservati in qualche banca ma ad oggi non si hanno notizie certe sul loro destino.

Secondo voi Saito aveva davvero la facoltà di compiere un gesto del genere privando il mondo di due capolavori indiscussi?

Certamente questa storia potrebbe avere numerosi finali ed uno possibile potrebbe essere quello immaginato dalla scrittrice spagnola Matilde Asensi che nel suo libro Sakura da una sua versione della misteriosa scomparsa.