GIACOMO BALLA (Torino 1871 – Roma 1958)

Nato a Torino nel 1871, studiò fin da bambino il violino e si avviò precocemente alla pittura. Nel 1891 frequentò l’Accademia Albertina, ma solo per un breve periodo, trasferendosi dopo poco a Roma. Il suo primo tema di indagine fu una pittura dall’impronta verista ma resa attraverso la tecnica del divisionismo con una particolare sensibilità allo studio della luce. I soggetti rappresentati furono spesso operai o poveri, essendo politicamente orientato verso un socialismo umanitario a sostegno della scienza e del progresso. Durante il soggiorno romano ebbe a bottega Umberto Boccioni e Gino Severini, con i quali successivamente sottoscrisse il “Manifesto dei pittori futuristi”: egli aderì pienamente al movimento, apprezzando le modalità quasi scientifiche dell’analisi del movimento. Influenzato anche dagli studi fotografici sul movimento condotti da Anton Giulio Bragaglia, egli fissava sulla tela i vari fotogrammi che componevano un movimento sfalsandoli leggermente e da rappresentare su tela l’effimero scorrere del tempo. Nel 1915 insieme a Fortunato Depero elaborò il manifesto della “Ricostruzione futurista dell’universo” che diede un importante apporto all’estetica del movimento. Agli inizi degli anni Trenta si allontanò dal movimento per ritornare ad una figurazione realista rappresentando soprattutto paesaggi e ritratti: temendo forse di ricadere nella decorazione intrise nuovamente le sue tele con la verità che aveva cercato in gioventù.