Un Oceano di Silenzio scorre lento
senza centro né principio
cosa avrei visto del mondo
senza questa luce che illumina
i miei pensieri neri.
(Franco Battiato, Un oceano di silenzio, 1989)
Nei primi anni ‘60, in armonia con lo spirito innovatore delle esperienze internazionali concentrate sull’azzeramento della tradizione, il linguaggio di Turi Simeti si compone attraverso l’utilizzo della monocromia e del rilievo come uniche forme compositive. L’indagine si concentra principalmente su un solo simbolo geometrico ripetuto ossessivamente nello spazio della tela, l’elisse. Questo elemento affonda pian piano sulla superficie pittorica sino ad essere posto alle sue spalle, permettendo all’artista di non lavorare sulla tela ma con la tela. Negli anni successivi Simeti opta, inoltre, per un inesorabile processo di sottrazione che vede il progressivo diradamento delle forme, sino ad arrivare a queste ellissi solitarie che fluttuano sulla superficie monocroma gravitando attorno ad un loro personale baricentro, così perfettamente fuori posto. Ecco che quindi intenzioni optical e concettuali si fondono, regalando a chi guarda la possibilità di “utilizzare” l’opera per evocare uno stato di concentrazione e calma: il silenzio regna sovrano, la pulizia delle forme distende la mente, la monocromia non fa cedere alle distrazioni, quello che rimane è pura quiete.