ERNEST E CHARLES SCHNEIDER

Il padre dei fratelli Schneider nacque quattro giorni dopo Emile Gallè nel 1846 in un paesino dell’Alsazia mentre la madre Marie – Thérèse proveniva da una regione a nord di Metz, in Lorena. Costretti anche loro a fuggire dai territori ormai annessi alla neonata Germania, si rifugiarono a Frouard, una cittadina a nord di Nancy. I tre figli della coppia nacquero esattamente nel 1875 (Ernestine), nel 1876 (Ernest) e nel 1881 (Charles); nello stesso anno della nascita del terzogenito il padre morì in un incidente di lavoro e la madre si trovò a mantenere, sola, i tre figli. Trasferitisi a Nancy nel 1898, Ernest ed Ernestine furono istruiti per diventare insegnanti mentre il più piccolo, Charles, dimostrava uno spiccato talento per il disegno. Dopo alcune esperienze come apprendisti, nel 1903 i due fratelli maschi furono assunti come lavoranti presso la vetreria Daum: Ernest nel settore commerciale mentre Charles in quello della produzione artistica. I fratelli quindi, grazie alla loro cooperazione, riuscirono ad imparare la gestione di una vetreria in ogni suo aspetto: Charles imparò la tecnica delle polveri policrome e quella dell’incisione all’acido che dava la possibilità di produrre esemplari di grande qualità tagliando fortemente i costi di produzione. Ernest invece si rivelò molto abile nella gestione degli affari e nel 1905, dopo aver richiesto un aumento, ottenne una percentuale sul venduto (accordo che si rivelò poi molto vantaggioso perché proprio in quegli anni la Daum ebbe un aumento esponenziale delle vendite). Il loro ruolo in azienda con gli anni diventò centrale ed entrambi riuscirono a guadagnarsi l’autorevolezza di potersi esprimere anche su questioni di orientamento strategico dell’attività. Fu con la morte di Auguste Daum nel 1909 che la situazione cambiò: entrarono infatti nella società i figli di Auguste, Jean e Paul che inevitabilmente tolsero ai fratelli Schneider la centralità che avevano conquistato fino a licenziare Ernest nel 1911 e Charles nel 1912. I due, non perdendosi d’animo, decisero quindi di aprire una propria vetreria e così nel 1913, in società con l’amico Henri Wolff, acquistarono dei locali abbandonati ad Epinay Sur  Seine, iniziando la produzione a Novembre 1913.  I fratelli non potevano immaginare che qualche mese dopo, nell’agosto del 1914, la guerra avrebbe fermato la produzione ed entrambi sarebbero stati chiamati alle armi. Rimase così la sorella Ernestine che, abbandonato il suo lavoro di insegnante, si dedicò al mantenimento della vetreria trasformando in parte la produzione e orientandola ai manufatti richiesti in guerra come provette per gli ospedali e laboratori. Alla fine del 1917 i due fratelli riuscirono a ritornare a casa ma la vetreria aveva subito ingenti perdite e il personale non era più a disposizione perché ancora alle armi o morto: gli unici uomini che riuscirono a trovare da impiegare furono un gruppo proveniente dalla Normandia rifiutato alle armi perché alcolizzato. Nel 1918, grazie all’armistizio, i dipendenti originali riuscirono a ritornare, e dopo molte difficoltà la produzione riuscì a ripartire. Nello stesso anno i fratelli ebbero l’idea di sdoppiare la produzione creando due linee ben distinte: una veniva firmata “Schneider” e rappresentava la produzione più raffinata e costosa, l’altra prendeva il nome di “Le Verre Français” e prevedeva l’incisione del vetro eseguito all’acido insieme a tecniche di realizzazione più economiche. Quest’ultima veniva firmata all’inizio con l’utilizzo di una “berlingot”, ovvero una piccola pastiglia di vetro blu, bianco e rosso (come i colori della bandiera francese), e in seguito, dopo le lamentele dei clienti che trovavano la “berlingot” troppo evidente, con la firma “Le Verre Français” oppure con la parola “Charder” contrazione del nome “Charles Schneider”. Negli anni Venti si concentrò la maggiore creatività e successo dei due fratelli; le vendite ormai erano ben stabilizzate e una grandissima parte della domanda arrivava dall’America. Un grande successo si ebbe durante l’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi del 1925, dove gli Schneider presentarono alcuni dei loro più famosi esemplari, e Charles ottenne la croce di cavaliere della Legion d’Onore. Il loro stile, estremamente colorato, prevedeva moltissime tecniche soprattutto per la linea di gamma alta, di cui purtroppo però non si ha un vero e proprio catalogo, e gli esemplari che si trovano nel mercato rappresentano quasi sempre un unicum. La linea “Le Verre Français” aveva invece uno stile che prendeva spunto dall’Art Nouveau grazie ai suoi motivi floreali ma traghettava le forme verso l’Art Deco, accentuandone maggiormente la stilizzazione. Questa linea rappresentava per Charles la possibilità di dare maggior sfogo alla sua creatività, e infatti sovente, all’interno della stessa azienda, tale produzione veniva definita come “de fantaisie”: anche per questa si conoscono parzialmente tutti i decori che vennero prodotti, e molti ancora oggi rimangono sconosciuti e nascosti in collezioni private. La vetreria subì un’importante battuta d’arresto nel 1929 in seguito alla grande crisi americana che fece crollare le richieste oltre oceano: gli ordini o non venivano più inoltrati o addirittura venivano rifiutati alla frontiera. Dal 1930, per abbattere ulteriormente i costi, si optò per una collezione che prevedesse un esiguo impiego di polveri colorate. L’attività della vetreria si fermò del tutto nel 1938, un anno dopo la morte del fratello Ernest, quando venne dichiarata la bancarotta. Nonostante la breve durata e le difficoltà che precedettero e seguirono la nascita della vetreria (Prima Guerra Mondiale e crisi del ‘29) i vetri dei fratelli Schneider vengono ricordati per lo stile creativo ed eterogeneo che fece innamorare i collezionisti di tutto il mondo.