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Fondaco

Fondaco è una casa d’aste con sede a Milano nella zona dei Navigli, antico porto fluviale, che metteva in comunicazione la città con il lago Maggiore, con quello di Como e con la Svizzera attraverso una fitta rete di canali che attraversava il Nord Italia fino a sfociare nel Po e nel Mar Adriatico. Dipinti Antichi e del XIX secolo, Arte Moderna e Contemporanea, Design, Vetri di Murano e Arti Decorative del Novecento sono le nostre specializzazioni ove offriamo servizi di valutazione, incanto e vendite private, per assicurare la massima discrezione.

Il fondaco di un tempo

La parola “fondaco” ha un’origine lontana sia nel tempo che nei luoghi: il termine deriva dall’arabo “fonduq” e indicava nel senso più ampio un luogo destinato all’attività commerciale. In Italia la parola arrivò già nel XIII secolo insieme alle numerose merci che venivano caricate sulle navi e trasportate dall’Oriente, diventando di uso comune nelle città portuali dove le spedizioni facevano ritorno. Il termine fondaco andò quindi ad indicare un edificio destinato al commercio dove i mercanti provenienti da diversi paesi potevano trovare un luogo idoneo in cui depositare le proprie merci, alloggiare e svolgere in maniera regolamentata i propri scambi.

Una delle città che vide sorgere i più ricchi e vivaci fondaci fu la città di Venezia, che sin dal Basso Medioevo fu la porta dell’Occidente verso l’Oriente; qui sorsero il Fondaco dei Turchi, quello dei Siriani e quello dei Tedeschi. Come si può intuire, i palazzi sorsero in un primo momento per regolamentare gli scambi con un determinato paese, come la Germania per esempio, ma nel corso del Rinascimento vennero accolti anche mercanti provenienti da altri luoghi. Le merci che transitavano per questi luoghi erano le più disparate: si andava dalle stoffe come la lana, il cotone e la preziosa seta, alle spezie come il pepe e lo zafferano, ai metalli – necessari alla zecca per coniare moneta – fino alle opere d’arte, sebbene per queste ultime solo successivamente venne concessa la libera esportazione, essendo prima il loro commercio ad appannaggio esclusivo degli stessi artisti. Ad ogni mercante veniva affiancato un sensale che aveva il compito di favorire le compravendite e registrare i contratti a fronte di una piccola percentuale sul valore totale della transazione; molti di questi sensali si occupavano del commercio di opere d’arte ed infatti si dice che alcune stanze, in particolare del fondaco dei Tedeschi, fossero delle vere e proprie quadrerie. I mercanti stranieri più importanti inoltre possedevano in maniera stabile degli alloggi all’interno del palazzo stesso dove adornavano le proprie stanze con numerose opere d’arte provenienti dal proprio Paese, che all’occorrenza venivano vendute con discrezione, essendone all’epoca illegale l’importazione, mentre era fortemente agevolata l’esportazione delle opere veneziane nel resto del mondo. All’interno delle stanze e dei corridoi del fondaco, che erano riccamente adornate da opere del Veronese, di Giorgione e del Tintoretto, oltre ai dipinti si potevano trovare altissimi esempi di arte decorativa ed oreficeria: già all’epoca il pubblico d’Oltralpe infatti veniva stregato dalle leggere trasparenze del vetro di Murano che si specchiava per l’ultima volta tra i flutti del Canal Grande per poi essere recapitato nei palazzi dei nobili di Augusta o Norimberga. I fondaci poi nel corso della storia subirono pian piano lo stesso destino delle città che li ospitavano: i porti commerciali persero pian piano la loro centralità venendo affiancati dal commercio su rotaie e su strada e le merci diventarono rapidamente disponibili a prezzi più bassi e in maggior quantità, riducendo il fondaco ad un mero ufficio doganale dove si persero totalmente i racconti dei mercanti, e con loro le storie di tutte le merci che vi transitavano.

Il fondaco di oggi

Il nostro Fondaco è situato in una città completamente diversa per geografia da quelle di origine ma molto simile per spirito cosmopolita e commerciale: Milano infatti oggi rappresenta il centro di scambio per l’arte più fiorente di tutta la penisola e grazie al suo marcato dinamismo riesce a mantenere un ruolo nel mercato internazionale ospitando la sede delle più importanti case d’asta internazionali.

Il nostro Fondaco vuole mantenere lo stesso spirito di quello di un tempo diventando un luogo di scambio dove le opere d’arte, accompagnate dai loro custodi, hanno la possibilità di raccontare la propria storia: che si tratti infatti di un imponente dipinto ad olio, di un piccolo disegno o di un leggero vaso in vetro, ogni affidamento ha un’intima narrazione sospesa tra le trame della sua materia che aspetta di essere ascoltata. Il nostro compito è quello di ricostruire la lunga vita dei capolavori che vengono affidati alle nostre cure cercando di restituire un luogo, un tempo e un’anima a ciò che è qui con noi dopo decenni o secoli dalla loro nascita: l’arte (così come la filosofia, la musica e la letteratura) è manifestazione tangibile del tessuto sociale di una civiltà nella complessità dei suoi caratteri culturali, scientifici, economici e spirituali e ogni suo creatore diviene la voce, l’occhio e la mano dell’esperienza umana della vita. Si deve cercare quindi di afferrare la trama che collega le situazioni umane e quelle creative; cercare di non isolare i singoli artisti, ma di ricollegarli sempre a coloro che li hanno preceduti e a coloro che li seguiranno.

I nostri obiettivi

Il nostro intento è quello di restituire dignità artistica ad ogni opera che viene affidata alle nostre cure ricostruendone la storia e con essa riportando alla luce le vicende umane di chi le ha dato la vita. Solo dopo avere preso coscienza della verità dei fatti sarà possibile conferire ad essa una valorizzazione economica che rispecchi la qualità dell’opera e la sua collocazione nelle trame che costruiscono la storia dell’arte. Una volta raggiunto questo grado di consapevolezza si procederà con il presentarla al pubblico con cura e metodo, dando la possibilità a chi gli sia affine, di innamorarsene. Che sia attraverso il meccanismo dell’asta o della trattativa privata avremo cura di rispettare e raccontare con passione ciò che ci verrà affidato assicurando a chi voglia acquistare da noi il massimo grado di approfondimento: il nostro Fondaco infatti lavora a stretto contatto con i più riconosciuti esperti del settore e con le principali Fondazioni per proteggere e sostenere assieme la memoria degli artisti.

Umberto Savoia

Laureato in Economia Aziendale ed in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione presso l’Università Luigi Bocconi di Milano, ha conseguito il Corso in Economia e Gestione d’Azienda e il Master in Business Administration presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi.

Da circa diciannove anni è attivo nel mercato dell’arte con collaborazioni presso prestigiose case d’aste milanesi per le quali ha rivestito anche il ruolo di consigliere delegato. I suoi interessi sono incentrati prevalentemente sulla pittura, e spaziano dai dipinti antichi e del XIX secolo fino all’arte moderna e contemporanea.

Elisa Morassutti

Veneziana di nascita, si trasferisce a Milano dove si laurea in “Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi dal titolo “Arte all’incanto: mercato e strategie di promozione”. All’interno del Fondaco si occupa della parte più creativa del lavoro che si concentra soprattutto nella stesura delle schede di approfondimento delle opere. Un’altra sua grande passione sono i vetri di Murano, che tratta con grande affetto, riportandola con le loro trasparenze e i loro colori ai tramonti sulla laguna di Venezia.

Stella

Calabrese di nascita, si trasferisce a Milano dove viene adottata presso la Fondazione Squadra 4 Zampe di Pavia. Si definisce una “self-made dog” e all’interno del Fondaco si occupa con grande entusiasmo dell’accoglienza dei clienti e della gestione del personale di cui cura sia la salute psicologica (con grandi sessioni di carezze) sia di quella fisica, che regola con le passeggiate giornaliere. E’ la stella della casa d’aste e senza il suo supporto le giornate non sarebbero così felici.

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