43 | Mario Tozzi

        1895 – 1979

 

FIGURA TRISTE, 1967

olio su tela applicata su tavola, cm 28×24.
Firmato e datato in basso a sinistra: Mario Tozzi 967

Provenienza
Forte dei Marmi, Galleria d’Arte Cavour (timbro al verso);
Firenze, Galleria d’Arte Spagnoli (etichetta e timbro al verso);
Bottega d’Arte Risorgimento (etichetta e timbro al verso);
Firenze, Collezione privata;
Collezione privata.

Bibliografia
M. Pasquali (a cura di), Catalogo Ragionato Generale dei Dipinti di Mario Tozzi, Vol. II, Giorgio Mondadori & Associati, Milano 1988, n. 67/126, p. 181 (ill.).

Opera accompagnata da autentica su fotografia dell’Archivio generale delle opere del Maestro Mario Tozzi.

 

Stima € 10000 – 12000

 

A partire dalla metà degli anni Sessanta, nella pittura di Mario Tozzi ritornò frequente lo studio della figura femminile, affiancata, talvolta, a piccolissimi elementi architettonici o geometrici, il tutto immerso in una dimensione di luce levigata, propria di tutta l’arte del maestro. Questi anni furono per l’artista molto intensi e spesso la produzione di questo periodo venne confrontata (anche dallo stesso Tozzi) con quella della parentesi parigina, altro momento estremamen- te fortunato per il pittore. Per mettere in luce questo nuovo fare pittorico si è preferito dare voce allo stesso Tozzi e agli amici a lui più stretti riportando di seguito due lettere, la prima scritta dallo stesso artista datata 19 giugno 1967 e la seconda inviata dall’amico Silvino Borla, datata 21 agosto 1967. In entrambi gli scritti appare chiaro come le nuove tele siano sorprendentemente complete nella comples- sità del messaggio creativo e soprattutto maggior- mente libere dai formalismi.
19.06.1967
In generale i pittori, contrariamente a quanto tu sem- bri credere, danno la preferenza alla pittura attuale. Io stesso, però, non saprei pronunciarmi, malgrado un senso autocritico abbastanza sviluppato. Potrei dire che in quella parigina si notano quei segni, aspirazioni tipiche della gioventù che mirato alto e lontano, mentre in quella che realizzo attualmente misuro meglio le mie possibilità, ma in questa corni- ce più ristretta posso meglio dare tutto me stesso e con quella libertà e piacevolezza che allora non mi era consentito. Allora cercavo, spingendomi avanti
il più possibile, spesso con uno sforzo ed una fatica che si notano; ora vado immediatamente in fondo, all’essenziale, gioiosamente.
Trino, 21.8.67
La tua telefonata di venerdì scorso per invitarci a
venire a vedere cose eccezionali, superiori a quelle
del periodo parigino, ci aveva non poco meravigliati. Eravamo, a dire il vero, un po’ scettici, io e Bazzacco. Tanto maggiore è stata quindi la sorpresa. Superiori? Sono due cose diverse, entrambe eccezionali. Le figure parigine sono blocchi di plastica, imbrillantate da fondi iridescenti solidificati: vedi lo sfondo di “Printemps” [v.cat. 30/1]. Han qualcosa d’eterno, di indistruttibile. Le figure attuali, anche se statiche, enigmatiche, sono più umane, più morbide, più comprensibili. La plasticità si è ammorbidita, esaltata da una linea eccezionale, stupen- da. Anche il colore è più immediato e accessibile, con la felicità della pennellata. Soprattutto in questi quadri c’è una gioia creativa che si trasmette immediatamente nello spettatore, mentre c’è più pensiero in quelli di Pa- rigi. Paragoni? Solo il tempo dirà qualcosa. Tutti e due i periodi sono eccelsi, ma diversi, pur con un sottofondo unico. Tra cinquant’anni Tozzi potrà accontentare, in- differentemente, gli amatori della pittura più severa, più plastica e quelli della pittura più lineare, alla Botticelli o alla Modigliani. Tozzi, comunque, rimarrà nella storia. (cfr. M. Pasquali, a cura di, Op cit., Vol. II, Milano 1988, p. 132).

 

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