47 | Giuseppe Santomaso

        1907 – 1990

 

SENZA TITOLO, 1983

tecnica mista e collage su carta applicata su compensato, cm 47×32.
Firmato e datato in basso a destra: Santomaso ‘83

Provenienza
Montecatini Terme – Verona, Galleria Ghelfi (timbro al verso);
Milano, Studio Guastalla (etichetta al verso);
Collezione privata.

Opera registrata presso l’Archivio Giuseppe Santomaso a cura della Galleria Blu, Milano.

 

Stima € 3000 – 4000

 

Nel 1975, l’allora quasi settantenne Santomaso, assistette all’uscita del primo catalogo ragionato delle sue opere a cura di Luisa Alfieri: vedere tutta la propria
arte schedata, catalogata e quasi “ingabbiata” in una rigida successione non dovette essere cosa facile per il grande maestro, messo davanti al “riassunto” del lavoro di una vita. La reazione di Santomaso non tardò ad arrivare: si potrebbe pensare che un artista della sua levatura, giunto ormai al culmine della sua carriera, potesse optare per una “gloriosa” ritirata, ma così non fu. La risposta arrivò con il ciclo riconosciuto dalla critica come il punto più alto dell’intera produzione del maestro, ovvero le “Lettere a Palladio”: le opere di questo periodo furono una sintesi perfetta tra le posizioni estreme del concettuale simboleggiato dalle grandi e nette campiture di colore e un richiamo alla sua amata città d’acqua con continue citazioni all’architettura palladiana. Ecco che nel periodo tra gli anni Settanta
e Ottanta l’arco gotico o una porzione di muro presi singolarmente divennero metafora del “salvataggio” sia dell’immagine pittorica sia della sua amata città, come testimoniato dal titolo di un’opera del 1988: “Venezia – quello che vorrei salvare”. Santomaso operò quindi una sorta di sintesi sia astratta che figurativa, accogliendo da un lato il ritorno alla pittura figurativa di matrice tardo – espressionista e tardo – simbolista, dall’altro l’evoluzione della situazione internazionale verso il Concettuale. Il particolare architettonico, ovvero il frammento di arco gotico, riconoscibile anche nell’opera presentata, divenne quindi elemento elevato a richiamo della misura, della grazia, della purezza della pittura in un tesissimo slancio che attraversa campiture coloristiche tipicamente veneziane.

 

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