84 | Umberto Mariani

        1936

 

TEOREMA: TELA + OGGETTO, 1982

acrilico su tela e tessuto applicato, cm 81×235.
Firmato, datato e titolato al verso sulla tela: U. Mariani 9/82 “Teorema: tela + oggetto”

Provenienza
Milano, Collezione privata.

Esposizioni
Baden-Baden, Galerie Malichin, Skulpturen und Malerei. Dialog mit afrikanischer Kunst,
2004 (etichetta al verso).

Opera accompagnata da autentica su fotografia firmata dall’artista.

 

Stima € 20000 – 25000

 

Il primo “incontro” tra Umberto Mariani e il panneggio
– elemento cruciale in tutta la sua produzione – avvenne già all’inizio degli anni Cinquanta, quando l’allora quattordicenne Mariani frequentava il liceo artistico. Fu durante la prima lezione tenuta da Guido Ballo quando venne mostrata alla classe un’immagine della Hera di Samo, una scultura greca acefala tra le più antiche che raffigurava la dea con il classico chitone ionico e un mantello obliquo movimentato dai gesti delle mani: la sola plissettatura della veste conferiva alla scultura grande leggerezza, solennità ed eleganza e pur essendo l’unico elemento ormai visibile (mancando sia mani che volto) rendeva comunque leggibile l’intera immagine.
Mariani non capì subito la forza che quella immagine avrebbe avuto nella sua ricerca artistica, ma è chiaro che essa si insinuò nella mente del giovane artista per poi venire continuamente rielaborata durante tutte le sue fasi espressive. Il panneggio d’altronde è sempre stato un tema profondamente radicato nell’arte: basti pensare all’arte sacra, dove le vesti ricoprono grande importanza nella rappresentazione delle figure sacre o nella scultura romana dove gli abiti degli imperatori si fanno tanto più ricchi di plissettature tanto più è importante la valenza simbolica, come nella statua di Augusto Pontefice Massimo (come citato dallo stesso Mariani durante un’intervista rilasciata nel dicembre 2020, visibile al seguente link: https://www.youtube.com/wa- tch?v=kL8pRJQhPvA). La piega per Mariani non è solo immagine ma carica su di sé a seconda del momento diversi concetti come quello dell’incomunicabilità (Alfabeto Afono) o quello dell’infinito alla maniera delle teorie del filosofo Leibnitz. Le diverse (e potenzialmente infinite) modalità con cui i tessuti possono arricciarsi, introducono, inoltre, nelle opere la variabile temporale: nell’opera presentata, per esempio, essa è indagata ponendo particolare attenzione alle variazioni cromatiche in rapporto ai due materiali utilizzati. “Teorema: tela + oggetto” è composto, infatti, da una lunga tela di forma trapezoidale su cui è fissato un drappo di stoffa: il gioco di Mariani è proprio quello di confrontare pieghe dipinte e pieghe reali in rapporto alla loro evoluzione nel tempo, prevedendo così i fisiologici mutamenti di colore della parte più soggetta agli agenti esterni, ovvero il drappo, e raccordando di conseguenza le tinte da
dover stendere sulla tela.

 

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