EMILE GALLE’ (Nancy 1846 – 1904)

Nato a Nancy nel 1846, fu il figlio di Charles Gallè, famoso decoratore e artista specializzato nello smalto, e di Fanny Reinemer, discendente di una famiglia di commercianti di terracotta e cristalli. Appassionato di disegno e botanica affiancò già a diciassette anni il padre fornendo disegni di composizioni floreali e stemmi nobiliari per la produzione. La sua formazione continuò sia facendo apprendistato presso altre vetrerie sia viaggiando a Londra e a Parigi per ammirare i più famosi artisti contemporanei. Nel 1878 assunse la guida dell’azienda di famiglia mantenendo la produzione di mobili e ceramiche ed implementando quella di vetro artistico: le tecniche che affrontò furono le più disparate come gli smalti (rinnovati dalla tradizione di famiglia), il vetro trasparente, il vetro a più strati inciso, il vetro “marblés” (ovvero con un effetto simile a quello delle pietre dure come l’agata e la giada, molto in voga all’epoca) , le inclusioni di foglia d’oro e le applicazioni cabochon. Emile condusse la vetreria fino alla sua prematura morte nel 1904 ed inseguito essa fu affidata al genero Paul Perdrizet che per omaggiare la memoria del suocero inserì nella firma per alcuni anni una piccola stella. La produzione della ceramica da lì a poco venne interrotta e quella del vetro si rifece quasi sempre ai modelli già presentati negli anni precedenti proponendo invece una copiosa collezione di elementi per l’illuminazione (che stava prendendo sempre più piede nelle case ). Dopo l’interruzione forzata dovuta alla guerra tra il 1914 e il 1918 la linea ripartì presentando quasi sempre esemplari eseguiti al massimo con due o tre stati di vetro, incisi all’acido e decorati con motivi floreali. Fu solo nel 1930 che si ebbe il vero declino dell’azienda: la crisi del ‘29 aveva fatto diminuire molto la domanda e soprattutto il gusto stava cambiando andando verso alla linearità dell’Art Deco. I motivi floreali e sinuosi di Gallè sembravano ormai superati, pertanto nel 1931 la fabbrica chiuse definitivamente mantenendo soltanto la vendita dei modelli giacenti in negozio fino al 1925.