EMILIO SCANAVINO (Genova 1922 – Milano 1986)

Nato a Genova nel 1922, studiò dapprima al Liceo Artistico Nicolò Barabino e a vent’anni organizzò già la sua prima personale al Salone Romano di Genova. Nel 1942 si iscrisse alla facoltà di architettura dell’Università di Milano potendola frequentare però solo per un anno: nel 1943 fu infatti chiamato alle armi e dovette abbandonare così i corsi che non riprese neanche al suo ritorno in patria. Il dopoguerra fu il periodo dedicato ai suoi viaggi a Parigi, città eletta da molti artisti come patria culturale: lì conobbe Camille Bryen, Wols e venne a contatto con il postcubismo e con le successive derive astratte che si stavano risvegliando nel crogiolo culturale parigino. Gli anni Cinquanta furono per l’artista un periodo di grande vivacità intellettuale dove si dedicò alla ceramica stringendo amicizia presso lo studio di ceramica di Tullio d’Albisola, con personalità dell’arte che in quegli anni stavano sperimentando tale materiale come mezzo espressivo: Lucio, Fontana, Gianni Dova, Roberto Crippa oltre ad esponenti del gruppo CO.BR.A. tra cui Sebastian Matta e Wifredo Lam. Dal 1953 frequentò il gruppo degli spazialisti di Milano che aveva come punto di riferimento la Galleria del Naviglio e successivamente si accostò al movimento informale avvicinando alla pittura nuovi materiali, ed esaltando il segno come elemento fondamentale della tela: tale tratto veniva presentato sulla superficie in modo ritmato alternando pieni e vuoti descrivendo una precisa chiave stilistica. Morì a Milano il 28 novembre 1986.