TANO FESTA (Roma 1938 – 1988)

Nato nel 1938, fratello di Francesco Lo Savio (la diversità del cognome è da imputare alla relazione extraconiugale da cui nacquero) frequentò l’Istituto d’Arte di Roma diplomandosi in “Fotografia Artistica” nel 1957.  Da subito entrò nel gruppo dei coetanei Mario Schifano e Franco Angeli insieme ai quali e a diversi altri pittori formarono successivamente la “Giovane scuola di Roma” diventata poi “Scuola di Piazza del Popolo”. Dopo un primo slancio verso la pittura surrealista Festa cominciò a realizzare una serie di dipinti monocromi dove la superficie del quadro viene interrotta solo da cambi di materiale come lunghe strisce di carta imbevute del medesimo colore. Dal 1961 la superficie della tela venne interrotta da nuovi materiali come il legno, per poi l’anno successivo nel 1962 prevedere addirittura oggetti di uso come porte, armadi e finestre. Fu questo uno dei periodi più prolifici dell’artista dove nella pittura entrarono gli obelischi e le citazioni del passato, mentre nei telai di legno comparvero le prime scritte. Un terribile evento sconvolse la sua vita con la morte per suicidio del fratello, soggiunta dopo una lunga agonia, nel 1963: fu successivo a questo periodo l’utilizzo del simbolo della lapide nelle sue tele. Festa ebbe anche un grande slancio verso la rielaborazione delle figure del passato tra cui riprese per esempio l’effige del mercante lucchese Giovanni Arnofini: il pittore infatti rifiutava in qualche modo la cultura pop fatta di simboli ormai mercificati e icone commerciali preferendo l’utilizzo di figure del passato di cui l’Italia, a differenza dell’America, era ricca. Così nel 1964, ricorrendo il quarto Centenario della morte di Michelangelo, Festa ripropose una modernissima “Creazione dell’uomo” ove la fotografia del particolare dell’affresco venne ingrandita e ricoperta di smalto, nonché divisa ed interrotta dai segmenti di legno, quasi a voler rallentare esponenzialmente il gesto della mano allungata verso l’uomo. L’immagine di Adamo e di Aurora tratta dalle Tombe Medicee di Michelangelo diventarono un elemento cardine della produzione di Festa, creando addirittura nel 1967 a New York un’intera serie intitolata “Michelangelo according to Tano Festa”. La pittura della maturità si fece poi quasi metafisica, prevedendo grandi campiture di colore puro, per virare poi nell’ultimo periodo verso la realizzazione di ritratti. La sua carriera fu stroncata all’età di solo quarantanove anni dopo una lunga malattia.